Dipinti
Un amore di bicchiere
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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ALBERO DEI BICCHIERI
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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BACCANTE
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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Bacio di Marilyn
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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LUNA BLU
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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DARK GLASS
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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Dietro una Luna c'è sempre una donna
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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Metropoli in vinaccia 100x100
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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PLIOCENE DELL'ASTESANA
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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BIG-BANG
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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Wine Materic Paintings
di
Ezio Ferraris
It is a new concept of materiality that rejects painting itself and "creating paintings".
It is the objective, primeval, action, far from transcendental symbolism, of a man who wants
to "engrave", both in a metaphorical and real sense, the path of his identity as an individual
in his place of birth, on a durable medium, on a material that is relevant to the territory -
the world of wine. This is an integral, living, pulsating part of the territory overlooked by the green hills of Agliano Terme.
Materials used:
WINE:
Barbera, Grignolino, Freisa e Nebbiolo
COPPER SULPHATE CRYSTALS
BORDEAUX MIXTURE POWDER
SULPHUR POWDER
VARIOUS TYPES OF TERRAIN
VINE SHOOTS
VINE LEAVES
GRAPE SKIN
GRAPE SEEDS
Ezio Ferraris
Critica di Ivan Fassio
Ezio Ferraris, pittore e scultore di ceppi di viti antiche, realizza le sue opere figurative con vini invecchiati e depositi.
Quasi per effetto di una sublimazione dovuta alle tecniche utilizzate, le immagini prodotte sembrano esprimere, spontaneamente,
un particolare sovvertimento dionisiaco, una singolare atmosfera di metamorfosi, un momento di ebbrezza estatica.
La ricerca liberatoria di una via d’uscita dalle regole imposte unifica, sotto uno stesso segno, le rappresentazioni di paesaggi,
di nudi femminili, di musicisti sognanti oppure intenti, passionalmente, a suonare.
La mitologia, attraverso simboli archetipici, riflette esigenze attuali, gioca con le strutture tipiche del linguaggio contemporaneo.
Il ricorso a trame antiche diventa pretesto per soluzioni post-moderniste, in cui personaggi dell’immaginario collettivo novecentesco
vengono liberamente proposti in situazioni stranianti. Marilyn Baccante è un’interpretazione di un aspetto iconografico che la pop art
ha creato e contribuito a idealizzare. Mistero e fascinose congetture si intrecciano a cinquant’anni dalla morte della star che intuiva
di essere divenuta, a forza di celebrità, una semplice immagine, attraente e morbosamente calamitante. Allo stesso modo, Marilyn aveva predetto
le trasfigurazioni che la propria effigie avrebbe subito nel corso degli anni, nella sequenza degli omaggi e delle celebrazioni.
Potrebbero ripeterlo anche le sue ultime rappresentazioni, in un improvviso scatto di dignità, in una sorta di rituale liberatorio:
La gente non mi vede! Vede solo i suoi pensieri più reconditi e li sublima attraverso di me, presumendo che io ne sia l’incarnazione.
ARTEVITE
( Sculture tratte da ceppi di vite centenari con conformazioni straordinarie; dei veri capolavori della natura)
L’idea “Nature Sculptures” nasce nel 1975 ad opera di Ezio Ferraris di Agliano Terme (09.02.1957),
il quale rimane fortemente colpito dalle forme fantastiche delle radici di una vecchia vigna estirpata dal padre Achille.
L’unicità di questa mostra è determinata dalle forme che si sono evolute così come esposte senza successive manipolazioni.
Selezionati uno alla volta tra più di cinquecentomila ceppi in 30 anni di ricerca su tutto il territorio del Piemonte nella fase
di estirpazione di vecchi vigneti di una varietà ormai quasi estinta (75-85 anni di età) con una conformazione del ceppo molto particolare,
ne sono scaturiti poco più di un centinaio (trenta pezzi esposti nel Museo di Grinzane Cavour) con forme di grande suggestione: animali,
strani personaggi, alberi dal fusto nodoso e dai rami contorti dall'eleganza barocca.
“non dobbiamo far altro che guardare e goderci lo spettacolo, la natura è l’artista per eccellenza e ci regala le più belle opere che nessuno
può confezionare” (e.f.)
Le probabilità di trovare ancora questa varietà di radici centenarie sono oramai remote, e quindi possiamo affermare che queste rappresentano
un pezzo di storia straordinaria della viticoltura Europea , assumendo inoltre il rango di veri capolavori della natura.
NATURE SCULPTURES
Natural sculptures made of hundred-year-old vine-stocks
NATURE SCULPTURES were born after thirty years of research on vine-stocks during which the pieces were rooted out of a unique variety of rootstocks,
each one between 75 and 85 years of age.
These stocks were selected one at a time, out of more than five hundred thousands. About fifty pieces were chosen because of their highly suggestive shapes :
animals, strange characters, gnarled trunks with a baroque elegance, and so on.
The essential and unique characteristic of this collection is the total respect of nature : the shapes are entirely original and were not altered in any way.
The importance of this collection is twofold :
1. historical because it is deeply rooted in the history of viticulture.
2. natural and artistic : unintentionally Nature created spectacular shapes, the artist became the aesthetic conscience of natural processes,
limiting his intervention to providing the correct setting in order to bring to light their artistic value.
It is now practically impossible to find specimens of these eighty-year-old vineyards, so it is possible to assert that these sculptures are part
of a unique period in the history of European vine-growing besides being real masterpieces created by Nature.
Wine Materic Paintings
di
Ezio Ferraris
E’ un nuovo concetto di materialità che rifiuta la pittura stessa, il "fare pittura",
è l'azione oggettiva, primordiale, lontana da simbologie trascendentali, di un uomo che
vuole "incidere", sia in senso metaforico che reale, la traccia della propria identità di
individuo nel suo luogo di nascita, su un supporto duraturo, su una materia che è attinente al
suo territorio, al mondo del vino, e ne è parte integrante, viva, pulsante di cui le verdi colline
di Agliano Terme ne sono testimonianza.
Materiali utilizzati:
VINO:
Barbera, Grignolino, Nebbiolo
SOLFATO DI RAME IN CRISTALLI
POLTIGLIA BORDOLESE IN POLVERE
ZOLFO IN POLVERE
VARIE TIPOLOGIE DI TERRE
TRALCI DI VITE
FOGLIE DI VITE
VINACCIA
VINACCIOLI
ACINI DI UVA DOPO LA TORCHIATURA
Informazioni
Acquisti
Visiona Anche Parrucchiere ASTI
(Tratto da: Art & Wine Style di Parsifal)
Originale esteta della scultura nello scoprire i ceppi di vigneti dell’arte natura,
Ezio Ferraris ha saputo diventare anche e soprattutto talentuoso artista valorizzando
nuove potenzialità espressive di quel vino che incarna tutta la passione per la sua terra.
Astesano Docg - come è diventata la sua amata Barbera d’Asti - - di professione bancario,
è uno dei pittori che meglio rappresenta la filosofia Art & Wine Style...Addirittura supera
lo stesso concetto di abbinare il vino all’arte perchè, con le sue creazioni su raffinata carta
Hammer-Schoeller fa diventare elemento sostanziale dell’opera d’arte proprio il pregiato nettare
di Barbera, Nebbiolo, Grignolino, Freisa ed altri vitigni tipici del Monferrato, così come i depositi
(fecce) dei medesimi. e si fosse fermato qui Ferraris avrebbe per la seconda volta, dopo le sculture
con le radici di vite, soltanto stupito un palcoscenico artistico sempre più annoiato da troppe provocazioni
indefinibili e tante performance inintelleggibili.
L’artista è andato ben oltre la sua originalissima tecnica - che svelerà trattenendo qualche segreto -
ed ha rivelato una capacità iconopoietica assolutamente da seguire nelle evoluzioni che la sua giovane
carriera pittorica è sicuramente pronta a dare, più di quanto finora abbia già fatto sul mercato dell’arte facendogli
incontrare i favori non solo di estimatori ma già di collezionisti dei suoi dipinti.
Tiziana C. Carena
(docente di Filosofia all’Università di Torino)
ARTEVITE di Ezio Ferraris
Il gallerista della natura e del caso: Ezio Ferraris, scultore.
Aristotele afferma che l’arte imita la natura; lo scultore Ezio Ferraris va oltre, la sua arte naturale fa parlare la natura o meglio
dà voce alle sue sculture di ceppi di vite centenari che si possono definire “oggetti ritrovati”. Egli seleziona gli oggetti in cui si
imbatte vedendovi rappresentazioni ora di animali, ora di esseri umani. Non interviene nel modellare gli oggetti d’arte perché l’opera è
opera della natura che diviene, così, l’artista per eccellenza; li lascia essere nella loro modellazione casuale o naturale fermandoli nel tempo.
Col fermarli a un basamento con targhetta che indica l’attribuzione del soggetto come quel soggetto. Questo ruolo della natura come artefice rinvia
, alle spalle di Aristotele, alla cultura presocratica e al suo concetto di physis come potenza creatrice, in particolare Anassimandro,
Anassagora e Democrito, pensatori che vedono nell’elemento primo un movimento vorticoso, circolare, per effetto del quale ciascuna cosa
riceve la propria essenza. Ezio Ferraris espone, è il “gallerista della natura e del caso”, seleziona via via le forme fantastiche delle
radici di vecchie viti “senza nome”, le adotta e le trasforma in oggetti con una nuova morfogenesi per renderli oggetti di contemplazione.
L’artista, come suggerisce l’etimo dell’equivalente parola greca (poietés), “fa”: ed Ezio Ferraris “fa” apparire la nuova forma con l’atto
espositivo e, naturalmente, con la denominazione, il gioco estetico prende forma. È’ una aesthetica ludens: perché è il gioco del fanciullo
che ride di Zarathustra. Un’arte ingenua e naturale che come la creatività dei bambini si esprime appieno nell’animismo, dando vita all’oggetto
che assume nuova forma, non visibile da tutti. Lo scultore Ezio Ferraris vede la nuova forma e la rende accessibile e visibile a tutti.
Questo suo animiamo estetico è il suo gioco scultoreo. L’esposizione del curatore – artista ha una scansione museale,
proprio il piedistallo ove poggia l’opera, riporta alla mente la classificazione mussale che ferma il tempo.
L’opera naturale si snatura per diventare reperto scientifico, rappresentazione di una legge naturale che trasforma la materia,
sino a quel momento indeterminata ed ora determinata in una nuova identità o forma. Il suo approccio è retinico (puramente visivo),
come suggerirebbe l’artista francese Marcel Duchamp; anche Duchamp, attraverso l’esposizione, modifica il D.N.A. dell’oggetto,
interviene in qualità di genetista dell’arte o di alchimista della materia, vedendovi una forma nuova, creata attraverso il détounement
visivo del senso dell’oggetto stesso. Possiamo definire l’arte – scultura di Ezio Ferraris come una sorta di “impressionismo” contemporaneo,
impressione che ferma l’attimo per sempre, eternandolo e vedendo in quella nuova forma erosa o scolpita naturalmente un soggetto che concrete
nella matria lignea, fino a quel momento non riconosciuta.
E’ un collezionista della materia naturale o anche il “gallerista dello scultore – Tempo”. Nel momento in cui l’oggetto ritrovato è stato fissato
sul piedistallo, con relativa targhetta che lo denomina, ecco che il tempo si ferma e l’artista – come – un – Dio immortala il nuovo essere.
Se è vero, come dice Eraclito che “la natura ama nascondersi”, Ferraris ama togliere la natura dal suo nascondimento evocandone le molteplici forme.
Ezio Ferraris, da buon apprendista stregone scolpisce la materia con gli occhi e le dà voce, voce per un istante soltanto, dopodiché l’incantamento
avviene, imperituro e l’incantesimo dell’irreversibilità della nuova forma sarà per sempre cristallizzato.
Sculture
Naturali
Il Cigno
materico naturale
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L'Alieno
materico naturale
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L'Uomo elefante
materico naturale
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Il cane infernale
da collezione Artevite
materico naturale
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Nirvana
materico naturale
100x70
Barbera nera
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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BICCHIERE DI PITAGORA
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
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I DUR BICCHIERI BLU
Dipinto con l'utlizzo di verderame e zolfo, vinaccioli, vinaccia, terra ecc
(sempre tutti materiali nel mondo del vino )
50x70
 
Tiziana C. Carena
(docente di Filosofia all’Università di Torino)
Il gallerista della natura e del caso:
Ezio Ferraris, scultore.
ARTEVITE di Ezio Ferraris
WINE PAINTINGS
(Pittura con il vino)
di Ezio Ferraris
Dipinti realizzati con il solo utilizzo di prodotti derivanti dall'uva:
Vino Barbera
Vino Nebbiolo
Vino Grignolino
Vino Freisa
Vinacce
Depositi
Bucce in fermentazione
Originale esteta della scultura nello scoprire i ceppi di vigneti dell’arte natura,Ezio Ferraris ha saputo diventare
anche e soprattutto talentuoso artista valorizzando nuove potenzialità espressive di quel vino che incarna tutta la passione
per la sua terra. Astesano Docg - come è diventata la sua amata Barbera d’Asti - - di professione bancario, è uno dei pittori
che meglio rappresenta la filosofia Art & Wine Style...Addirittura supera lo stesso concetto di abbinare il vino all’arte perchè,
con le sue creazioni su raffinata carta Hammer-Schoeller fa diventare elemento sostanziale dell’opera d’arte proprio il pregiato
nettare di Barbera, Nebbiolo, Grignolino, Freisa ed altri vitigni tipici del Monferrato, così come i depositi (fecce) dei medesimi.
e si fosse fermato qui Ferraris avrebbe per la seconda volta, dopo le sculture con le radici di vite, soltanto stupito un palcoscenico
artistico sempre più annoiato da troppe provocazioni indefinibili e tante performance inintelleggibili. L’artista è andato ben oltre
la sua originalissima tecnica - che svelerà trattenendo qualche segreto - ed ha rivelato una capacità iconopoietica assolutamente da seguire
nelle evoluzioni che la sua giovane carriera pittorica è sicuramente pronta a dare, più di quanto finora abbia già fatto sul mercato dell’arte
facendogli incontrare i favori non solo di estimatori ma già di collezionisti dei suoi dipinti.
- See more at: http://www.langhe.it/arte-cultura/it-ezio-ferraris#sthash.VAgtvVld.dpuf
Aristotele afferma che l’arte imita la natura; lo scultore Ezio Ferraris va oltre, la sua arte naturale fa parlare la natura o
meglio dà voce alle sue sculture di ceppi di vite centenari che si possono definire “oggetti ritrovati”. Egli seleziona gli oggetti
in cui si imbatte vedendovi rappresentazioni ora di animali, ora di esseri umani. Non interviene nel modellare gli oggetti d’arte perché
l’opera è opera della natura che diviene, così, l’artista per eccellenza; li lascia essere nella loro modellazione casuale o naturale fermandoli
nel tempo. Col fermarli a un basamento con targhetta che indica l’attribuzione del soggetto come quel soggetto. Questo ruolo della natura come artefice
rinvia, alle spalle di Aristotele, alla cultura presocratica e al suo concetto di physis come potenza creatrice, in particolare Anassimandro, Anassagora
e Democrito, pensatori che vedono nell’elemento primo un movimento vorticoso, circolare, per effetto del quale ciascuna cosa riceve la propria essenza.
Ezio Ferraris espone, è il “gallerista della natura e del caso”, seleziona via via le forme fantastiche delle radici di vecchie viti “senza nome”,
le adotta e le trasforma in oggetti con una nuova morfogenesi per renderli oggetti di contemplazione. L’artista, come suggerisce l’etimo dell’equivalente
parola greca (poietés), “fa”: ed Ezio Ferraris “fa” apparire la nuova forma con l’atto espositivo e, naturalmente, con la denominazione, il gioco estetico
prende forma. È’ una aesthetica ludens: perché è il gioco del fanciullo che ride di Zarathustra. Un’arte ingenua e naturale che come la creatività dei
bambini si esprime appieno nell’animismo, dando vita all’oggetto che assume nuova forma, non visibile da tutti. Lo scultore Ezio Ferraris vede la nuova
forma e la rende accessibile e visibile a tutti. Questo suo animiamo estetico è il suo gioco scultoreo. L’esposizione del curatore – artista ha una
scansione museale, proprio il piedistallo ove poggia l’opera, riporta alla mente la classificazione mussale che ferma il tempo. L’opera naturale si
snatura per diventare reperto scientifico, rappresentazione di una legge naturale che trasforma la materia, sino a quel momento indeterminata ed ora
determinata in una nuova identità o forma. Il suo approccio è retinico (puramente visivo), come suggerirebbe l’artista francese Marcel Duchamp;
anche Duchamp, attraverso l’esposizione, modifica il D.N.A. dell’oggetto, interviene in qualità di genetista dell’arte o di alchimista della materia,
vedendovi una forma nuova, creata attraverso il détounement visivo del senso dell’oggetto stesso. Possiamo definire l’arte – scultura di Ezio Ferraris
come una sorta di “impressionismo” contemporaneo, impressione che ferma l’attimo per sempre, eternandolo e vedendo in quella nuova forma erosa o scolpita
naturalmente un soggetto che concrete nella matria lignea, fino a quel momento non riconosciuta.
E’ un collezionista della materia naturale o anche il “gallerista dello scultore – Tempo”. Nel momento in cui l’oggetto ritrovato è stato fissato sul
piedistallo, con relativa targhetta che lo denomina, ecco che il tempo si ferma e l’artista – come – un – Dio immortala il nuovo essere. Se è vero,
come dice Eraclito che “la natura ama nascondersi”, Ferraris ama togliere la natura dal suo nascondimento evocandone le molteplici forme. Ezio Ferraris,
da buon apprendista stregone scolpisce la materia con gli occhi e le dà voce, voce per un istante soltanto, dopodiché l’incantamento avviene, imperituro
e l’incantesimo dell’irreversibilità della nuova forma sarà per sempre cristallizzato.
Aristotle asserted that
art was an imitation of nature. The sculptor Ezio Ferraris goes beyond this concept since his natural art is the spokesman for
nature. I could go as far as saying that his sculptures are given a voice that speaks about old times : they are made of hundred-year-old vine stocks
that resurfaced from the past. Ezio selects the “objects” he comes across every time he sees in them representations of nature : animals or human beings.
He does not model them because those masterpieces belong to nature which thus becomes the artist par excellence. The sculptor lets them exist in their
casual or natural shape, he just stops time. Each of them is presented on a base that indicates to what subject it has been attributed. The role played
by nature as a creator existed long before Aristotle. It brings us back to pre-Socratic times and to their concept of physis as a creative power. Such
thinkers as Anaximander, Anaxagoras and Democritus in particular saw the primary element as a whirling, circular movement owing to which each thing
receives its own essence. Ezio Ferraris is a sculptor whose works are the combined fruit of Nature and Chance. He selects the fantastic shapes born out
of anonymous rootstocks, he adopts them and transforms them into objects, giving them a new morphogenesis to have them become objects of contemplation.
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